Se c’è una foto da scattare per comprendere come la testuggine del Popolo della Famiglia sia avanzata a queste elezioni amministrative dopo lo 0.66% del 4 marzo alla Camera (0.7% al Senato, 219.645 voti complessivi) non andrò a pescarla tra i due clamorosi picchi registrati in Piemonte, con il 37.3% ottenuto a Feisoglio da Guglielmo Giordano o il 19.2% preso a Roure da Laura Fattorini. Potrei anche citare l’8.7% ottenuto a Venegono Superiore nell’eccellente operazione portata avanti da Massimiliano Amato e dal segretario nazionale Gianfranco Amato. Verrei certamente tacciato di aver sottolineato risultati eccezionali ma ottenuti dal PdF in piccoli centri, come quando l’anno scorso andammo in doppia cifra a Avola, Riolo Terme e Goito. Diciamo comunque che in questi sei comuni il Popolo della Famiglia è una forza di opposizione molto ma molto consistente.
La foto della crescita del PdF ve la scatto nel contesto più difficile, nell’elezione più difficile, quella di un grande centro metropolitano come Roma dove due anni fa esordimmo ottenendo lo 0.6% che poi abbiamo confermato con una lievissima avanzata (0.66% e 0.7% appunto) alle politiche del 4 marzo. Ebbene, cento giorni dopo, Guido Pianeselli nel popoloso e storico municipio di Eur-Garbatella porta il Popolo della Famiglia a triplicare la percentuale, ottenendo non solo un importantissimo 1.82% ma battendo nettamente sia CasaPound che Potere al Popolo. Come previsto, lo smottamento del M5S, che nel municipio Roma VIII come nel municipio Roma III collassa, è parzialmente intercettato dalla posizione autonoma del Popolo della Famiglia che vede accrescere i consensi. Pure nel municipio Roma III, dove eravamo meno attrezzati e abbiamo candidato un eroico Francesco Garroni Parisi “in trasferta” perché non originario del territorio, abbiamo fatto registrare una crescita rispetto alle politiche, seppur più misurata, ottenendo lo 0.8%.
Il risultato del Pdf a Roma Eur è simbolico, ma ovunque in Italia arrivano segnali più che incoraggianti. Partiamo dai comuni capoluogo per segnalare l’ottimo 1.66% di Imperia, confermato in Liguria dal 3.5% ottenuto dal Popolo della Famiglia a Camogli, bravo Nino Iraci. In Veneto come sempre arrivano risultati scintillanti: a Vicenza se Francesco Rucco è eletto al primo turno deve dire grazie al PdF che ha preso l’1.3% decisivo a fargli superare la soglia del 50% dei voti, a Villafranca di Verona l’operazione di Filippo Grigolini di presentare candidato sindaco autonomo il nostro Ennio Chiaramonte è stata premiata con un rotondo 3.8%, a Bussolengo la bicicletta PdF-FdI è arrivata al 5.7%, mentre Carla Condurso candidata sindaco autonoma a Treviso ha confermato il risultato delle politiche. A Imola Mirko De Carli e Filippo Martini conducono l’operazione Boninsegna candidato sindaco autonomo del PdF all’1.2% mentre, per tornare ai comuni capoluogo, anche in Umbria il PdF avanza rispetto alle politiche ottenendo a Terni un ottimo 1.5%, mentre la crescita è più contenuta Brescia dove arriviamo allo 0.74%. La “bicicletta” varata da Massimiliano Esposito con la Lega a Ceresara ci porta a un bel 29.1%, ma con il nostro simbolo in solitaria a Grottammare abbiamo preso uno splendido 5.65%, mentre in coalizione a Porto Sant’Elpidio il simbolo PdF è stato votato dallo 0.6%: tra questi due centri marchigiani corrono pochi chilometri, ma la distanza abissale tra i risultati spiega che da soli si intercettano più facilmente i voti dei delusi. In prospettiva sarà questa la missione che dovrà sempre più accentuarsi del Popolo della Famiglia. In coalizione arretriamo anche nella non lontana Teramo, dove raccogliamo solo lo 0.3% (risultati analoghi a Massa e a Messina, sempre in coalizione) così come prendemmo lo 0.4% in Molise.
Mi confronto nottetempo con Nicola Di Matteo che ha seguito con fatica lo sviluppo delle liste in tutta Italia e concorda con me. I nostri candidati sindaco (e presidenti di municipio) presentati in posizioni autonoma hanno fatto registrare una crescita importante del Popolo della Famiglia. La scelta di andare in coalizione ci ha puniti a Massa, Teramo, Messina, ha probabilmente limitato la nostra capacità espansiva a Brescia.
Se il PdF ha il coraggio di presentarsi come alternativa alle coalizioni esistenti vale, con ogni probabilità, l’1.82 ottenuto da Pianeselli a Roma. Il quadro politico è in movimento, Salvini a Roma prendeva il 2% con la Meloni al 20% nel 2016, ora il leghista è al 18% con Fratelli d’Italia al 10% e Forza Italia sotto la doppia cifra nettamente. Il M5S nella Capitale ha visto dimezzarsi i voti. Con questo consenso molto fluido noi dobbiamo cristallizzare una proposta politica valoriale alternativa e lavorare sul territorio per farla crescere. Lavorare molto, perché è evidente che è solo una filiera di militanza e iniziative che è capace di far crescere il consenso.
Questa tornata elettorale è molto incoraggiante per chi nel Popolo della Famiglia ha trovato una ragione d’impegno, a presidio dei valori non negoziabili. Ricordiamo i risultati dei nostri candidati sindaco (o presidente di municipio), quelli presentati in posizione autonoma appoggiati dalla sola lista del Popolo della Famiglia:
Guglielmo Giordano – Feisoglio: 37.3%
Laura Fattorini – Roure: 19.2%
Roberto Castiglioni – Venegono Superiore: 8.7%
Giuliano Vagnoni – Grottammare: 5.2%
Ennio Chiaramonte – Villafranca di Verona: 3.8%
Giovanni Chichero – Camogli: 3.5%
Guido Pianeselli – Roma Eur-Garbatella: 1.82%
Giambattista Boninsegna – Imola: 1.2%
Francesco Garroni Parisi – Roma Montesacro: 0.8%
Carla Condurso – Treviso: 0.6%
Mirco Fanizzi – Monopoli: 0.4%
Questi poi i risultati delle liste del Popolo della Famiglia in coalizione: Vicenza 1.3%, Brescia 0.75%, Imperia 1.66%, Terni 1.55%, Teramo 0.33%, Massa 0.36%, Messina 0.29%, Porto Sant’Elpidio 0.59%, Velletri 0.64% e poi abbiamo realizzato due “biciclette” con partiti maggiori, con la Lega a Ceresara (oltre il 29% il risultato), con i civici a Decollata grazie a Angela Ciconte (oltre il 25%) e con Fratelli d’Italia a Bussolengo (poco meno del 6%). Siamo in attesa dei risultati ufficiali ad Anzio e Pontecagnano.
Il quadro complessivo è comunque chiaro. Il Popolo della Famiglia esiste e dà segnali consistenti di crescita se mantiene la sua autonomia e si attrezza per intercettare il voto in uscita, in particolare dal M5S: un segmento di voto cattolico attratto dal grillismo ne resta deluso una volta che questo viene messo alla prova del governo, come è accaduto a Roma. Pare probabile che anche la prova del governo nazionale possa generare forte disillusione, il PdF ne potrà beneficiare se saprà portare avanti sui territori una strutturata proposta politica alternativa. Nell’ambito del centrodestra, la Lega cresce cannibalizzando anche i partiti maggiori, figuriamoci un partito fragile come il nostro. La prospettiva coalizionale è oggi improponibile, equivale all’iscrizione diretta alla Lega, opzione sempre disponibile che coloro che vogliono affrettarsi ad essere i milionesimi sul carro del vincitore, che anche in queste elezioni amministrative è senza dubbio Matteo Salvini che sbarca in forze persino a Roma, sino a ieri presidiata dal M5S e da Fratelli d’Italia.
Per noi la traversata del deserto continua, come sempre a testuggine, con la direzione di marcia ancora più chiara.