Riportare la famiglia al centro del dibattito politico: è il nucleo della proposta politica della lista Popolo della famiglia (Pdf) alle elezioni comunali di Roma, illustrato da Fabiola Cenciotti, capolista e candidata sindaca interpellata da “Agenzia Nova”. La famiglia intesa come “diritto universale a nascere, come diritto ad avere una mamma e un papà, come diritto al sostegno dei più deboli” e come “contenitore di valori”, quali “identità, accoglienza, sicurezza, protezione, vita, solidarietà e mutualità”. La questione del calo delle nascite è inoltre un tema che Pdf intende affrontare, non con “elemosine di Stato”, ma con “delle soluzioni ad hoc”, che sono “le alternative all’attuale cultura di morte”. Quelli della famiglia così intesa sono principi “non negoziabili” e che “devono essere reintrodotti e, gradualmente, riaffermati nel nostro dibattito politico”, afferma Cenciotti. La parità di genere, secondo la candidata sindaca, passa “attraverso la parità di condizioni”, e non con “declinazioni di genere maschile e femminile” e “con le quote rosa, che sono un dispositivo legale necessario”, ma per il quale le aziende si sono “ritrovate, per legge a riempire dei cliché, delle caselle.
Riguardo alle priorità da affrontare nei primi cento giorni, Cenciotti evidenzia “un bonus bebè di 2.500 euro, al netto della tassazione fiscale”, anche se per combattere la denatalità è necessario anche “continuare con il reddito di maternità”. È una proposta di legge di iniziativa popolare “che avevamo depositato alla Corte di Cassazione”, e che consiste in “una somma mensile di mille euro, sempre al netto della pressione fiscale, che viene data per 12 mesi l’anno e per i primi otto anni di vita del figlio a tutte le mamme italiane – spiega Cenciotti – che scelgono di dedicarsi esclusivamente alla cura della famiglia, come ho fatto io”. Questo servirebbe non solo a combattere il calo delle nascite, ma anche “per fare uscire la donna da quello status sociale dove si è andata a infilare, di donna madre o donna lavoratrice”. Infine come ultimo punto realizzare nei primi cento giorni, eventualmente come proposta anche dagli scranni dell’opposizione, “la parificazione delle scuole pubbliche e non statali alle scuole statali, fosse anche solo per frenare l’offensiva e il diffondersi delle ideologie gender”, conclude Cenciotti. (Rer)
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Fonte: Agenzia Nova