Roma non va: solo grazie al parto cesareo che ha caratterizzato l’appena risolta crisi di governo, si è smorzata una polemica terribile sulle buche di Roma, voragini che hanno costretto alla protesta anche i ciclisti del Giro d’Italia. Ma governo Conte a parte, con relativa esultanza della sindaca Raggi, la città come vive questa emergenza quotidiana non risolta, a cui si aggiunge l’assenza di servizi, la mala gestione dei rifiuti, i trasporti allo sbando e lo smog?
Lo Speciale ha intervistato Guido Pianeselli, ingegnere, già generale dell’Aeronautica Militare, dirigente del Popolo della Famiglia di Roma e candidato presidente alle prossime elezioni del municipio 8 della Capitale. Abitando a Roma queste esperienze le vive direttamente come tutti i cittadini romani.

Partiamo da un dato. Qual è la situazione di Roma oggi?

“Voi sapete che i romani hanno uno spirito goliardico e che, anche di fronte ai guai peggiori, la buttano in caciara. La tradizione dell’ironia goliardica è antica. Da Spelacchio all’Isis per gli autobus, pur nel caos della amministrazione romana, non si può dire che i Cinque stelle ed il loro emblematico sindaco non se le siano cercate, anzi ce l’hanno messa tutta. Le incapacità fanno danno all’amministrazione quanto i ladri che a parole dicono di voler combattere. E’ un male che comunque ci trasciniamo da parecchio, colpevoli tutte le giunte, di destra e sinistra. I grillini avevano il vento in poppa, hanno preso il potere senza una squadra degna di questo nome tanto che, per varie prevedibilissime traversie, l’hanno dovuta rimaneggiare continuamente. Sono assenti ed ingessati dalla macchina burocratica, che se non la sai dirigere, pompa a vuoto. Il giustizialismo funziona in campagna elettorale, ma la governance è altra cosa. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: devastazioni da incuria con foreste che hanno preso il posto dei parchi, immondizia immonda per strada, situazione che con il caldo diventerà drammatica, servizi disastrati con autobus che prendono fuoco ed infine le buche sulle strade, macchine sfasciate che costano al comune più del necessario appalto, soluzioni improponibili con miracolosi bitumi modificati che risolverebbero ogni futuro problema… ma non sanno di che cosa parlano”.

Perché siete scesi in campo come Popolo della Famiglia ed in particolare a Roma?

“Dalla spietata analisi precedente emerge come costante, estensibile anche ai governi nazionali e alla politica in generale che ha caratterizzato gli ultimi 20 anni, l’assenza dei valori nelle azioni e nelle finalità dei rappresentanti del popolo che hanno perseguito falsi obiettivi di progresso ed instillato l’odio sociale. I riferimenti alla sinistra radicale invece che sociale e al trionfo della ignoranza sulla ragione in salsa grillina sono evidenti. Da una parte il laicismo della sinistra o di ciò che resta della sinistra, dall’altra il populismo piazzaiolo. Se ne esce solo con un’alternativa valoriale, anche perché la crisi economica e quella sociale sono il frutto di una crisi morale e culturale che investe la nostra epoca. E di partiti valoriali non ce ne sono, salvo il Pdf, che nasce dall’esperienza del Family Day, una mobilitazione di famiglie per difendere la società naturale”.

Quali sono le azioni che state conducendo sia a livello nazionale che a livello comunale?

“A livello nazionale, dopo aver raggiunto il prezioso traguardo di una presenza militante in ogni provincia d’Italia che ci ha consentito di raccogliere agevolmente le firme per la presentazione alle politiche, in realtà abbiamo quasi raddoppiato quelle necessarie, ora stiamo consolidando quelle posizioni ricercando il consenso anche nelle singole amministrazioni locali. I valori non negoziabili e la dottrina sociale della chiesa sono le basi di consenso richiesto ai nostri militanti.
Nel Comune di Roma, ed in particolare nel mio Municipio, l’ottavo, dove mi presento candidato presidente, siamo partiti da queste basi per sviluppare un programma coerente a difesa della vita, della famiglia e della classi più deboli. Abbiamo innanzitutto individuato ove trovare le risorse, una corretta gestione patrimoniale, con beni oggi lasciati in abbandono o utilizzati in modo clientelare, lo abbiamo espresso in un motto significativo, “patrimonio perché tanto mi costi e poco mi rendi?” Inoltre vogliamo ottenere altre risorse con la promozione di finanziamenti europei. A tale riguardo abbiamo lanciato una serie di proposte interessanti, che si possono trovare sul nostro sito per far decollare il municipio che deve essere un punto di partenza per rilanciare l’intera città.
Un’idea è quella di interconnettere le numerose aree verdi del Municipio, il più verde di Roma città, una “via dei Parchi”, una via nella natura, dall’Appia Antica all’Eur, affidata per lo sfalcio erba, ove possibile, a concessioni attive, come da decenni si fa negli aeroporti e non a “pecore pendolari” come vorrebbe la Raggi, immersa nei siti storici ed archeologici; decine di km per passeggiate a piedi ed in bicicletta, passando dal parco della Caffarella a quello di Forte Ardeatino, una visuale unica ed innovativa per godere del bello di Roma, un percorso senza pari nel mondo. Un polo di fortissima attrazione turistica per rilanciare anche l’occupazione con chioschi ed iniziative promozionali e culturali”.

In sostanza, il decollo dell’ottavo municipio può essere importante per far decollare Roma; e se questa proposta viene da un generale dell’aeronautica, potrebbe essere un auspicio più che teorico…

“Effettivamente noi ci proviamo e per questo invitiamo tutti i cittadini a sostenerci, mettendoci alla guida del Municipio”.

Di Marco