Era l’8 settembre del 2007 con il primo Vaffa Day Beppe Grillo e il futuro partito 5 stelle avviarono l’epoca della lotta con manifestazioni pubbliche alla cosiddetta casta e al sistema. Lo scopo era quello di raccogliere firme per la presentazione di una legge di Iniziativa Popolare riguardante i criteri di candidabilità ed eleggibilità dei parlamentari e i casi di revoca e decadenza dei medesimi. La lettera V stava per vendetta e fu ripresa dal Movimento 5 Stelle nel suo simbolo. L’obiettivo primario dei seguaci di Beppe Grillo, che si ritenevano dei puri era spazzare via una classe dirigente incapace e corrotta. Il Movimento 5 Stelle voleva aprire il Parlamento, i consigli regionali e comunali, quindi anche il quarto municipio di Roma come scatolette di tonno. Tuttavia, negli anni, una volta raggiunte posizioni di potere hanno evidentemente deciso di voler rimanere ben ancorati ai risultati raggiunti, trasformando tutto in un reality show. Il loro strumento principale era l’odio verso i partiti, verso la casta, verso coloro che facevano inciuci e trattative sottobanco: la cronaca poi insegnerà che, per convenienza, cambieranno alleanze e regolamenti interni, attivando tatticismi ed equilibrismi per non perdere le posizioni acquisite, riuscendo così riusciti a ricalcare la peggiore politica della prima Repubblica, la stessa che volevano cancellare.
Nel giugno 2016, nel IV Municipio di Roma, i cittadini con un plebiscito travolgente dopo tanti anni di egemonia della sinistra ricompensavano il Movimento 5 Stelle col 68% dei voti. Nella sua prima dichiarazione la neo eletta Roberta Della Casa su Facebook dichiarava: “Gli occhiali nascondono gli occhi lucidi stanotte, ho provato un’emozione fortissima, stentavo a credere che su quella scheda ci fosse davvero il mio nome. I cittadini del IV Municipio vogliono cambiare direzione insieme a me, vi prometto che ci sarò sempre”.
In questi giorni sta mantenendo la sua promessa, il suo mandato è iniziato con gli occhi lucidi ed è terminato con altrettante lacrime Il 10 maggio 2020, quando è stata sfiduciata all’unanimità, con 24 voti su 24. In pieno lockdown stanziava fondi per l’organizzazione di feste, classificandole come eventi culturali e sostenendo l’assenza nel municipio di famiglie indigenti.
Altre motivazioni per la sua sfiducia sono stati il fallimento della raccolta porta a porta, gli asili chiusi e i cantieri aperti, mai conclusi in via Tiburtina. Tuttavia Virginia Raggi ha deciso che il quadrante del Tiburtino non può essere riconsegnato a quelle forze politiche che per decenni lo hanno governato.
Nonostante la discontinuità richiesta dagli stessi esponenti Movimento 5 Stelle e dall’opposizione, Virginia Raggi ha nominato Della Casa come collaboratrice a titolo gratuito nell’ambito delle funzioni svolte nel IV Municipio e dovrà riferire periodicamente del suo operato direttamente al Sindaco. La dichiarazione del presidente del VII municipio Monica Lozzi su Facebook risulta illuminante per capire l’involuzione del Movimento 5stelle, proprio perché viene da uno dei suoi dirigenti: “Oggi con la nomina come delegata del sindaco al IV Municipio della presidente sfiduciata all’unanimità dalla maggioranza 5 Stelle e da tutto il consiglio, abbiamo definitivamente sancito la fine dei nostri valori. Con questo atto di bullismo istituzionale il sindaco di Roma ha di fatto calpestato la volontà del Consiglio del IV Municipio”.
Di fronte a queste valutazioni ci sarà un dietrofront della Raggi?
Il Popolo della Famiglia e il territorio del IV Municipio restano in attesa.

Di Marco