Al Liceo Artistico di via di Ripetta a Roma consentiranno agli studenti anche quattordicenni di farsi chiamare con il nome che desiderano se dichiareranno di essere trans, a prescindere dal riconoscimento giuridico di questa transizione da un genere all’altro. Mario potrà farsi chiamare Maria o più probabilmente Jennifer o qualsiasi nome astruso gli venga in mente, anzi tutti i docenti e la segreteria saranno obbligati ad appellarlo nel modo che più gli aggrada. Interviene la capogruppo della Lista Zingaretti alla Regione Lazio, Marta Bonafoni: “Una iniziativa encomiabile che accade solo in altri quattro istituti in Italia e in poche Università. Questo regolamento è un passo necessario per tutte quelle persone che magari non vogliono o non possono fare la riassegnazione chirurgica del sesso e per i molti e molte in attesa di completare l’iter di rettificazione che può durare anni. È giusto che abbiano intanto il diritto di essere chiamati con il nome che hanno scelto. Concordo con la Rete degli studenti medi del Lazio sulla necessità che tutte le altre scuole del territorio adottino presto questa soluzione”. È sempre più radicata la convinzione che finché Zingaretti continuerà ad inseguire queste fregnacce, invece di costruire una sinistra seria che si occupi dei veri bisogni dei veri penultimi, continuerà ad affondare in una crisi di senso e di identità senza fine.