Il 28 giugno 2007 nel giardino di Piazza San Giovanni Bosco è stata posta una targa in memoria di Piergiorgio Welby, attivista per il riconoscimento legale del diritto all’eutanasia”.Il 5 gennaio 2020 viene data notizia della distruzione della targa avvenuta nottetempo. La targa viene ripristinata il 23 gennaio .
Chi era Piergiorgio Welby? Nato nel 1945 “è stato un attivista, giornalista, politico, poeta e pittore italiano, impegnato per il riconoscimento legale del diritto al rifiuto dell’accanimento terapeutico in Italia e per il diritto all’eutanasia, nonché co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni” Così viene introdotta la sua biografia in Wikipedia.
A 16 anni gli venne diagnosticata una distrofia muscolare in forma progressiva le sue condizioni peggiorarono nel tempo fino a costringerlo all’immobilità e alla respirazione assistita . Nel 2002 venne eletto come co-presidente dell’associazione Luca Coscioni e nel settembre 2006 inviò una lettera aperta al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chiedendo il riconoscimento del diritto all’eutanasia. In queste fasi della sua vita venne sempre sostenuto dal Partito Radicale affinchè potesse essere presente e dare testimonianza all’interno del dibattito politico per la legalizzazione dell’eutanasia.
Marco Pannella ne annunciò la morte avvenuta il 20 dicembre 2006 durante una diretta di Radio Radicale. Welby aveva 61 anni. La morte fu provocata mediante il supporto di un medico con l’interruzione della ventilazione artificiale dopo la sedazione profonda.
Questa è in estrema sintesi la vicenda di Piergiorgio Welby, vicenda triste e dolorosa segnata dalla sofferenza.
Lo scorso 28 aprile è stata approvata dal Consiglio del VII Municipio, con 19 voti favorevoli e 3 contrari una risoluzione finalizzata ad avviare l’iter per richiedere agli uffici competenti l’attribuzione della denominazione dei giardini di piazza San Giovanni Bosco a Piergiorgio Welby con il toponimo “Giardino Piergiorgio Welby – scrittore e attivista per le libertà civili (1945 – 2006)” perché sia “avviato un percorso di riflessione sulla vita e sull’impegno sociale di Piergiorgio Welby, affinché la memoria possa essere strumento di riflessione attiva”
Tuttavia il Popolo della Famiglia ritiene che le Istituzioni siano chiamate a rispettare la legge naturale e a promuoverne il rispetto e la tutela, ovvero che la vita vada difesa, promossa e tutelata dal suo naturale concepimento alla sua fine naturale, condannando ovviamente ogni azione di accanimento terapeutico.
I fatti ci dicono che nei paesi come Belgio e Paesi Bassi, nei quali l’eutanasia è stata normata dai primi anni 2000, gli interventi eutanasici sono aumentati in modo esponenziale e arbitrario. Quando si parla di “autodeterminazione per chi vuole morire con dignità”, noi ci chiediamo chi deciderà: se, quando e come una vita sia dignitosa oppure no e sappiamo che l’asticella che definisce questo valore verrà spostata fino a far sentire inutile e in colpa chi stia vivendo una situazione di malattia, vecchiaia o forte disagio psicologico. Sarà la cultura dello scarto a prendere il sopravvento, quella cultura per la quale chi non è produttivo e “utile” alla società può essere rottamato senza grossi ripensamenti, perché non serve più.
Per queste motivazioni il Popolo Della Famiglia è in disaccordo con l’approvazione della suddetta risoluzione Il Popolo della Famiglia continua a dire che: – LE PERSONE NON SONO COSE – CONSERVIAMO E CUSTODIAMO LA NOSTRA UMANITÀ E QUELLA DEL NOSTRO PROSSIMO.

Di Marco